Gioco col filo

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mercoledì 24 settembre 2025

Borse fatte a mano all'uncinetto: come lavarle?

Avete acquistato o realizzato una borsa all'uncinetto ma non sapete come lavarla? In questa breve guida vi spiego come procedere in base al materiale di cui è fatta la borsa.

Pulire le borse in base al materiale di cui sono fatte

Prima di spiegare come effettuare la pulizia di una borsa realizzata a mano all'uncinetto, va ricordato che essa varia in base al materiale di cui è fatta la borsa. Le borse a crochet, infatti, possono essere fatte con diversi tipi di materiali: fettuccia (di cotone o lycra), cotone, lana, acrilico, cordino, rafia, ecc... .

Ad ogni modo, per tutte si consiglia il lavaggio a mano. Esso infatti è l'ideale per tessuti e capi delicati.

Come lavare le borse in fettuccia e in cordino 

Partiamo dal lavaggio delle borse in fettuccia e in cordino

Vi occorreranno due bacinelle; in una va messa dell'acqua tiepida con sapone neutro mentre nell'altra solo acqua pulita. Fatto ciò, immergete la vostra borsa nella bacinella con acqua e sapone e lasciatela in ammollo per qualche minuto. Dopodiché, per rimuovere il sapone, trasferitela nella bacinella contenente solo acqua. Al termine di questa operazione, tamponate la borsa utilizzando un asciugamano per rimuovere l'acqua in eccesso. Per evitare che la borsa si deformi, infatti, si consiglia di non stenderla come generalmente si fa con i capi di abbigliamento; lasciatela asciugare su un piano orizzontale, lontano da fonti di calore e dalla luce solare diretta perché la borsa potrebbe schiarirsi.

Nel caso in cui la borsa non sia interamente in fettuccia o in cordino ma presenti un fondo in pelle, una catena o tracolla e sia foderata all'interno, è  meglio evitare il diretto contatto delle parti esterne con l'acqua. Per la sua pulizia si consiglia di utilizzare il sapone di Marsiglia e una pezza umida. In alternativa, potete utilizzare una pezza o un panno asciutto imbevuti di acqua tiepida e ammoniaca, andando ad agire direttamente sulla macchia.

                          [fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/borsa-uncinetto-filato-diy-1479215/]

                   

Come lavare una borsa in rafia 

La rafia è una fibra resistente ma il suo lavaggio richiede accortezza.

In caso di sporco superficiale, per rimuoverlo basta passare un panno asciutto o spazzolare la borsa con una spazzola a setole morbide.

Per rimuovere eventuali macchie, invece, si consiglia di immergere una spugna o un panno morbido in una soluzione di acqua tiepida e sapone neutro e strofinare con delicatezza. Non inumidite troppo la borsa e evitate detergenti  aggressivi o prodotti chimici per non danneggiare la borsa. Completata questa operazione, risciacquate con acqua pulita e tamponate la borsa con un panno pulito e asciutto.

Infine, lasciate asciugare la borsa all'aria aperta evitando l'esposizione diretta ai raggi solari o fonti di calore.

Come lavare le borse in lana e in cotone 

Per le borse in lana vale la regola da seguire anche per i capi fatti di questo materiale, ovvero usare delicatezza e detersivi specifici

Prima del lavaggio, si consiglia di pretrattare eventuali macchie strofinando delicamente con una spugnetta imbevuta di un detersivo smacchiante delicato o di sapone di Marsiglia.  Successivamente, riempite una bacinella con acqua tiepida e versate al suo interno un po' di detersivo adatto per la lana. Immergete quindi la borsa ma non strofinatela e non strizzatela per evitare di danneggiare le fibre; limitatevi a muoverla delicamente con le mani. 

Dopo aver lavato la borsa, risciacquatela con acqua pulita finché non avrete rimosso tutti i residui di sapone. Per eliminare gli eccessi d'acqua, non torcete la borsa ma avvolgetela in un asciugamano pulito e premete delicatamente per far assorbire l'acqua. Infine, lasciate asciugare la borsa all'aria aperta, lontano da fonti di calore ed evitando l'esposizione diretta ai raggi solari.

Nel caso in cui la borsa sia in lana acrilica, invece, potete optare anche per il lavaggio in lavatrice, ma sempre a basse temperature (30-40°C) e con un detersivo delicato. Nonostante l'acrilico sia resistente, infatti, può deformarsi con il calore e l'eccessiva agitazione. Sono dunque da evitare la centrifuga ad alta velocità e l'utilizzo della candeggina.

Se optate per il lavaggio a mano, procedete in questo modo:

  • Riempite una bacinella con acqua tiepida (massimo 30-40°C) aggiungendo una piccola quantità di sapone neutro o detersivo delicato
  • Dopo aver immerso la borsa nella soluzione che avete preparato, lasciatela in ammollo per non più di 15-20 minuti, muovendola delicatamente con le mani. Per non danneggiare o deformare le fibre, evitate di strofinare con forza.
  • Risciacquate la borsa più volte con acqua pulita per eliminare i residui di sapone. 
  • Terminato il risciacquo, non strizzate la borsa ma utilizzate un asciugamano pulito per assorbire l'acqua. 

Se, invece, preferite il lavaggio in lavatrice, scegliete un programma per capi delicati o un ciclo misto a una temperatura massima di 30-40°C.  Per evitare che la borsa si deformi, impostate una centrifuga a bassa velocità (intorno a 300-400 giri).

Infine, mettete la borsa ad asciugare su un asciugamano o su uno stendino; si sconsiglia di appenderla per evitare che si allunghi o perda la forma. Evitate anche di esporla alla luce solare diretta o a fonti di calore (ad esempio i termosifoni).

Lo stesso discorso fatto per le borse in lana (acrilica e non) vale anche per quelle in cotone. Il metodo di lavaggio da preferire, anche in questo caso, è quello a mano. Se si tratta di cotone acrilico, peròsi può procedere anche con il lavaggio in lavatrice, con le dovute accortezze.

Gli step da seguire per il lavaggio a mano delle borse in cotone sono gli stessi visti in precedenza: 

  • pretrattare le macchie strofinando delicatamente con una spugnetta o un panno umido imbevuto di sapone di Marsiglia o un detergente neutro; 
  • preparare una bacinella con acqua tiepida e un po' di detersivo delicato. Evitare candeggina e ammorbidente;
  • Immergere la borsa in acqua e lasciarla in ammollo per 15-20 minuti al massimo.
  • Muovere la borsa con le mani, strofinando con delicatezza la zona interessata da eventuali macchie. Non strofinare in maniera troppo forte e non strizzare la borsa per evitare di danneggiare il tessuto;
  • Risciacquare abbondantemente con acqua fredda, poi esercitare una leggera pressione sulla borsa per eliminare l'eccesso d'acqua;
  • Mettere la borsa ad asciugare su una superficie piana. Non appenderla e non esporla alla luce diretta del sole per evitare che si deformi e si schiarisca.

Se la borsa è foderata all'interno, controllate che la fodera sia lavabile e, se possibile, rimuovetela prima del lavaggio. 

Infine, in presenza di macchie superficiali, potete pulire la borsa solo con l'ausilio di un panno umido e un po' di sapone, tamponando senza strofinare. 


Spero che l'articolo vi sia utile, al prossimo post!

Antonella


martedì 2 settembre 2025

Rafia: come pulirla?

Avete portato con voi in vacanza un cappello o una borsa in rafia e ora che siete rientrati e avete disfatto la valigia non sapete come lavarli? Avete delle scatole o delle sedie in rafia e non avete idea di come pulirle? In questo articolo vi spiego come fare!

Rafia: attenzione a come lavarla!

Come abbiamo visto in un precedente articolo, la rafia è una fibra di origine naturale impiegata per la realizzazione di moltissimi oggetti. Sebbene si tratti di un materiale molto resistente, essa deve essere trattata con  cura altrimenti si rovina, soprattutto se parliamo di rafia colorata. Quest'ultima, infatti, è più delicata da pulire rispetto a quella allo stato naturale e, se lavata, potrebbe sbiadire facilmente.

Gli step da seguire 

Essendo la rafia un materiale di origine naturale, essa trae beneficio dall’esposizione all’aria. Pertanto, il primo suggerimento da seguire è lasciare all'aria aperta per qualche ora cappelli, borse, sandali, scatole e sedie realizzate in questo materiale, in maniera tale da eliminare eventuali cattivi odori che possono aver preso. Inoltre, è consigliabile spazzolare delicamente gli oggetti con l'ausilio di una spazzola a setole morbide, per togliere la polvere che potrebbe essersi accumulata in superficie.



Per rimuovere eventuali macchie dall'oggetto in rafia, invece, basta semplicemente passare un panno morbido inumidito (o una spugna umida) con acqua tiepida  e sapone neutro (tipo il sapone di Marsiglia); risciacquare passando un altro panno pulito e inumidito con sola acqua; tamponare delicatamente con un panno aciutto e poi lasciare asciugare all'aria aperta, lontano da fonti di calore e luce solare diretta.

Generalmente, si consiglia di non immergere completamente in acqua i prodotti in rafia per non rovinarli. Tuttavia, in caso di sporco ostinato, potete provare a lasciare il vostro cappello o la vostra borsa in rafia a mollo in una bacinella riempita con acqua e sapone neutro. Per sciacquarli, immergeteli poi in un’altra bacinella con dell’acqua fredda pulita. Una volta eliminati perfettamente i residui di sapone dalle fibre, lasciate asciugare i vostri accessori all'aria.

Come lavare le sedie in rafia 

È chiaro che non tutti gli oggetti in rafia possono essere immersi in una bacinella. È il caso delle sedie realizzate in questo materiale. Come procedere dunque?

Per pulirle, togliete innanzitutto la polvere con un panno umido. Passate poi un panno imbevuto di aceto bianco per rimuovere lo sporco. Se quest'ultimo è difficile da mandare via, preparate un miscuglio detergente con aceto bianco e bicarbonato di sodio, due ingredienti naturali che hanno un potere sbiancante ed igienizzante.

Per trattare le macchie difficili, potete tentare anche con candeggina diluita in acqua. Sì consiglia però di provare la miscela prima su un angolo, poi di passare un panno umido pulito e, infine, lasciare asciugare all'aperto.

Cose da non fare 

Al fine di mantenere integra la rafia, è bene tenere a mente alcune accortezze. Innanzitutto, ricordatevi di non lavare in lavatrice i prodotti in rafia.

Inoltre, non sfregate e non torcete mai la rafia quando è bagnata perché in questa condizione è particolarmente fragile e potrebbe rompersi molto facilmente.

Ricordatevi anche che, per la pulizia, sono da evitare i prodotti chimici perché potrebbero rivelarsi troppo aggressivi per un materiale naturale come la rafia e finire per danneggiarla.

Infine, non esponete la rafia alla luce diretta del sole o a fonti di calore per evitare che si danneggi e si secchi eccessivamente.


Spero che l'articolo vi sia utile, al prossimo post!

Antonella

martedì 12 agosto 2025

Come realizzare all'uncinetto un berretto in rafia con visiera

Tra gli accessori più in voga in estate, oltre a borse intrecciate e occhiali da sole, ci sono i capelli in rafia. Leggeri e versatili, sono l'ideale per proteggersi dai raggi del sole e dalla calura estiva e per aggiungere un tocco di stile al proprio look diurno o da spiaggia.

Ne esistono di diversi tipi. In questo articolo vi spiego come realizzare all'uncinetto un berretto  in rafia con visiera.

Regole per realizzare un cappello all'uncinetto 

Prima di addentrarci nella spiegazione del berretto, vediamo insieme qual è la regola di base per creare un cappello all'uncinetto. Per procedere alla sua realizzazione, infatti, oltre a scegliere il filato e il modello che si preferisce, è fondamentale prendere le giuste misure. Bisogna innanzitutto misurare la circonferenza della propria testa con un metro da sarta. Fatto ciò, per ottenere il diametro - che servirà per capire il numero di giri necessari a creare la base del cappello - si deve dividere il numero della circonferenza per pi greco (π), il cui valore è pari a 3,14. Ad esempio, se avete come me una circonferenza di 55 cm, il diametro sarà di 17,5. Dovreste dunque fare almeno 17 giri per la base del vostro cappello. Tuttavia, consiglio un giro in meno perché con il tempo la rafia potrebbe cedere un pochino e il cappello potrebbe poi starvi largo.

Inoltre, quando si lavora un cappello, è preferibile lavorare in tondo e a spirale, utilizzando un marcapunti per segnare l'inizio di ogni giro; questo per evitare che si vedano le chiusure dei giri. Ad ogni modo, soprattutto se siete principianti, potete tranquillamente chiudere ogni giro con una maglia bassissima, in modo tale da non confondervi. Io, per comodità, ho scelto questa seconda opzione per realizzare il mio berretto.

Esecuzione del berretto in rafia 

Innanzitutto, per fare un cappello in rafia vi consiglio di utilizzare un uncinetto numero 4,5 o 5, a seconda della doppiezza del filo. Io ho usato un uncinetto numero 4 e ho dovuto fare più giri del previsto. Utilizzando un uncinetto più grande, invece, il lavoro cresce più rapidamente e impiegate anche meno filo. 

Veniamo ora all'esecuzione del berretto con visiera.

Per cominciare, bisogna realizzare un cerchio magico, poi lavorare sette maglie basse al suo interno e chiudere il giro con una maglia bassissima. Se non volete che si notino le chiusure dei giri, come detto in precedenza, potete procedere lavorando a spirale, quindi senza chiudere i giri con una maglia bassissima, ma segnandoli con un marcapunti. Io ho chiuso i giri di volta in volta, voi fate come preferite.

Proseguite la lavorazione avviando il secondo giro: lavorate un aumento in ogni punto sottostante, quindi due maglie basse nello stesso punto, per un totale di 14 punti bassi. Terminate il giro con una maglia bassissima nella prima maglia lavorata.

Nel corso del terzo giro dovete alternare un punto basso singolo e un aumento e procedere così fino alla fine, per un totale di 21 maglie basse. Chiudete il giro con una maglia bassissima.

Al fine di avere un lavoro perfettamente tondeggiante, iniziate un giro lavorando un singolo punto basso e il successivo con un aumento. Avendo iniziato il terzo giro con un singolo punto basso, quindi, avviate il quarto giro con un aumento, che sarà seguito da due punti bassi singoli da lavorare nei due punti successivi. Per tutto il giro dovrete alternare un aumento e due punti bassi, per un totale di 28 punti bassi. Terminate il giro sempre con una maglia bassissima nella prima maglia lavorata .

Il quinto giro inizierà con tre singoli punti bassi seguiti da un aumento. Proseguite così fino alla fine del giro, per un totale di 35 punti bassi.

Per il sesto, invece, dovete fare prima un aumento e poi quattro punti bassi (42 punti bassi in totale). Proseguite quindi con il settimo giro lavorando prima cinque punti bassi e poi un aumento per un totale di 49 punti bassi. Nel giro successivo lavorate un aumento e sei punti bassi singoli per un totale di 56 punti bassi.

Andate avanti con gli aumenti finché non avrete raggiunto la misura giusta del vostro diametro. Nel mio caso, mi sono fermata quando ho raggiunto i 16 cm.



Terminata la base, procedete a realizzare il corpo del cappello lavorando semplicemente una maglia bassa per ogni punto sottostante. Proseguite con giri di maglie basse finché non avrete raggiunto una lunghezza di 8.5/9 cm.



Passiamo all'ultima parte del cappello, ovvero la visiera

Inserite l'uncinetto in un punto qualsiasi della parte frontale del vostro cappello e realizzate 14 maglie basse, poi tagliate il filo. Per i giri successivi dovrete lavorare "a gradini" (come se steste realizzando una scalinata), facendo degli aumenti ai lati del vostro berretto. Inserite quindi l'uncinetto nel peimo punto alla destra dei 14 punti bassi realizzati, fate passare il filo e realizzate un punto basso. Poi con l'uncinetto agganciate il filo al primo dei 14 punti bassi fatti in precedenza e lavorate due punti bassi in ogni punto sottostante (in sostanza dovete fare degli aumenti); concludete il giro come lo avete iniziato, ossia realizzando un altro punto basso, stavolta nel punto allla sinistra dei 14 lavorati. I due giri successivi prevedono solo aumenti laterali. Siccome è più facile a farsi che a dirsi, per la spiegazione della visiera vi lascio il tutorial al quale mi sono ispirata per realizzare il mio berretto. È in lingua turca però se guardate attentamente e attivate i sottotitoli riuscite a capire 😉

https://www.youtube.com/watch?v=30ZqkCWFTIk

Terminata la lavorazione, passate il ferro da stiro sulla visiera e all'interno del cappello per ammorbidrilo e modellarlo, proprio come mostrato nel tutorial.


Se il berretto non fa al caso vostro, al posto della visiera potete realizzare una tesa, larga quanto volete voi. Otterrete un cappello simile a questo che ho realizzato io.


In questo caso ho lavorato a spirale.

Vi lascio, anche per questo cappello, un tutorial a cui potete ispirarvi.

https://www.youtube.com/watch?v=K-zI54cv_9s

Spero che l'articolo vi torni utile, al prossimo post!

Antonella


giovedì 7 agosto 2025

Avanzi di fettuccia: che fare?

Vi è avanzata della fettuccia dopo aver realizzato una borsa all'uncinetto e non sapete che farne? Ecco qualche suggerimento su come riutilizzarla!

Pochette 

Se dopo aver realizzato una borsa vi è avanzata della fettuccia, ma non abbastanza per realizzarne un'altra delle stesse dimensioni, potreste usarla per fare una pochette, magari unendo due filati di colori diversi, come ho fatto io.



Per realizzare questa pochette sono partita dalla base avviando 12 catenelle. Successivamente, ho lavorato una maglia alta in ogni punto sottostante, a partire dalla seconda maglia bassa dall'uncinetto.

Per creare l'angolo della base ho fatto un aumento realizzando tre maglie alte nell'ultima maglia lavorata. Ho proseguito lavorando le restanti maglie alte e ho terminato il giro con un aumento ( sempre tre maglie alte nell'ultima maglia bassa sottostante) per creare l'altro angolo. Io ho fatto un solo giro per la mia base, se voi la preferite più ampia e avete ancora abbastanza fettuccia a disposizione, potete fare un altro giro di aumenti.

Terminato il fondo della mia pochette, ho continuato la lavorazione alternando un giro di maglie alte e un giro di maglie basse, chiudendo ogni giro con una maglia bassissima. Io ho utilizzato due colori diversi perché, come detto in precednza, avevo avanzi di due fettucce.

Ho concluso la mia pochette con un giro di maglie bassissime.



Mini bag e cestini 

Nel caso in cui vi fosse avanzata mezza rocca di fettuccia potreste realizzare un piccolo cestino porta oggetti oppure una mini bag, molto in voga in questo periodo.

https://www.youtube.com/watch?v=ZxQpK_NIc1o

https://www.youtube.com/watch?v=HW_0xduxd6s

https://www.youtube.com/watch?v=yLjbmFzU2vU

https://www.youtube.com/watch?v=riUP-yROOM8

https://www.youtube.com/watch?v=F4dsjY7puUU


https://www.youtube.com/watch?v=2WejGY9S4i0

https://www.youtube.com/watch?v=bcCcAOWzHUM

Io ho realizzato questa





Collane e bracciali 

Un'altra idea per smaltire la fettuccia avanzata è creare delle collane o dei bracciali.

https://www.youtube.com/watch?v=TfpCB1UuGoY

https://www.youtube.com/watch?v=mH6DixriLKE

https://www.youtube.com/watch?v=sMMU8KYxu2U

https://www.youtube.com/watch?v=2zhjb7U-nCg

https://www.youtube.com/watch?v=sRA5E1cUt4Y

https://www.youtube.com/watch?v=XLQtOWBeZ40

https://www.youtube.com/watch?v=M38cOc_s46s


Portacellulare, portaocchiali, portapennelli, portagioie 

Gli avanzi di fettuccia sono ideali anche per realizzare dei portacellulari:

https://www.youtube.com/watch?v=H3Oqju8raj0

https://www.youtube.com/watch?v=75GOjJlSOoY

https://www.youtube.com/watch?v=_dhRfvQ2O58

Un'altra idea (diventata virale in questo periodo tra le appassionate e gli appassionati del crochet) potrebbe essere quella di creare un portaocchiali (anche da tavolo) oppure un portapennelli o un piccolo cestino portagioie.

https://www.youtube.com/watch?v=TpHzSTSm7H8

https://youtu.be/tGE7y_xiuXU?si=5ANo9H2vMj55ulXp

https://www.youtube.com/watch?v=JGHA2qgRtzM

https://www.youtube.com/watch?v=XBeUGNG3HDU

https://www.youtube.com/watch?v=W5KhahWnCE8

https://www.youtube.com/watch?v=SbEIzesB7Lk

https://www.youtube.com/watch?v=SLWiNiaEB3s

https://www.youtube.com/watch?v=YahFSVNye44

https://www.youtube.com/watch?v=DxLTBS_HnNY

https://www.youtube.com/watch?v=VAG8HN9mORw

https://www.youtube.com/watch?v=y_IvXZmE81g


Sottobicchieri/sottotazze

Infine, con la fettuccia avanzata potreste creare dei sottobicchieri/sottotazze o un piccolo centrotavola che può fungere anche da sottopiatto.

https://www.youtube.com/watch?v=pXXvyCkZt6c

https://www.youtube.com/watch?v=CCSPraA6e0Y


Spero che l'articolo vi sia utile, al prossimo post!

Antonella

mercoledì 6 agosto 2025

Paglia e rafia: che differenza c'è?

Spesso, specie in caso di mancata conoscenza dei nomi e delle caratteristiche dei materiali e dei tessuti che compongono un capo di abbigliamento, un accessorio o un complemento di arredo, si fa fatica a distinguerli e si tende a fare confusione. È ciò che accade, ad esempio, con la paglia e la rafia. Sebbene siano entrambi materiali naturali utilizzati per creare oggetti intrecciati, non sono la stessa cosa; differiscono infatti per origine e caratteristiche.

Vediamo insieme nel dettaglio le differenze.

Paglia e rafia: le differenti origini 

Come abbiamo visto nel precedente articolo, la rafia è una fibra ricavata dalle foglie di una palma tropicale, la palma del genere Raphia, che cresce principalmente in Africa orientale e Madagascar e presenta un fusto grosso e alto; la sua altezza può raggiungere anche i 20 metri.

Al contrario, la paglia è un materiale vegetale più generico, in quanto può derivare dai fusti di diversi cereali come grano, riso, orzo, segale, avena o mais. Inoltre, è più economico della rafia, ma non garantisce lo stesso livello di qualità in termini di durata e consistenza.




Aspetto e consistenza

La rafia è una fibra più grossolana, resistente e flessibile rispetto alla paglia che invece è sottile e rigida. Oltretutto, mentre la rafia ha una consistenza robusta e leggermente lucida, la paglia è più opaca e fragile. Per di più, la consistenza della rafia al tatto è più morbida di quella della paglia.




Essendo più resistente, la rafia è anche più durevole nel tempo, se confrontata alla paglia. Quest'ultima, infatti, soprattutto se non è trattata in modo adeguato ed è sottoposta ad un uso frequente, è maggiormente soggetta a rotture e usura.
Infine, grazie alla sua flessibilità, la rafia permette, a chi la intreccia a mano, di creare disegni più elaborati; possibilità che la paglia non offre.

Come vengono utilizzate 

Come detto, sia la paglia che la rafia vengono utilizzate per dar vita ad oggetti intrecciati, principalmente borse, cappelli, accessori, cesteria, stuoie, vasi e sedie. Tuttavia, questo non è l'unico uso possibile.

La rafia è utilizzata anche nell'industria dei cordami e nel giardinaggio (soprattutto quella sintetica). Essa è infatti utile per realizzare gli innesti, ma anche per legare e sostenere alcune colture come i pomodori. Può essere inoltre usata come filo per imballaggi.
Infine, se mischiata ad altri materiali, può essere utilizzata per creare sedie da giardino, vasi, cornici e addirittura oggetti per animali, come il tiragraffi per gatti.

Per quanto riguarda la paglia, invece, oltre ad essere utilizzata per realizzare oggetti intrecciati, essa è molto  impiegata in bioedilizia grazie ad alcune sue caratteristiche quali l’autoportanza, la resistenza antisismica e l’elevata resistenza al fuoco.

Diversi tipi di paglia 

Come la rafia, anche la paglia è una fibra naturale e ne esistono diversi tipi. I più comuni sono tre: la paglia di grano, la paglia di carta e la paglia di giunco.

La prima tipologia si caratterizza per il suo spessore, la sua rigidità e il suo aspetto grossolano.
La paglia di carta, invece, è un materiale artificiale, generalmente risultato di una miscela di carta e cotone o carta e poliestere.
Infine, la paglia di giunco è una fibra naturale nota per la sua leggerezza e rigidità. È di colore verde e viene spesso utilizzata per realizzare cappelli da giardinaggio.

[fonte immagini: https://pixabay.com/]



venerdì 1 agosto 2025

Rafia: che cos'è e com'è lavorata?

Insieme al cotone, la rafia è il filato protagonista dell'estate delle appassionate e degli appassionati di uncinetto. Con questo materiale, infatti, si può dar vita a splendide creazioni, soprattutto borse e cappelli trendy, perfette da sfoggiare nel corso della bella stagione.

Ma che cos'è la rafia, da dove deriva e quali sono le sue caratteristiche?

Continua a leggere l'articolo per saperne di più!

Cos'è la rafia?

La rafia è una fibra naturale che viene estratta dalle foglie di alcune specie di palma del genere Raphia, originarie dell'Africa tropicale e del Madagascar. Si tratta di un materiale robusto e grossolano, molto resistente, flessibile e versatile, per questo utilizzato in diversi settori, tra cui l'artigianato, l'abbigliamento, l'arredamento, l'industria di cordami, la cesteria, la produzione di stuoie e borse intrecciate. Inoltre, la rafia, è un materiale sostenibile; nella sua forma naturale, infatti, è rinnovabile e biodegradabile.

Caratteristiche della rafia

Come detto, la rafia è una fibra grossolana e molto resistente. Grazie a queste sue caratteristiche, si configura come un materiale durevole, in grado di resistere all'usura dovuta al tempo e agli agenti atmosferici e di mantenere la sua forma e la sua consistenza senza sfilacciarsi o rompersi. 

Inoltre, la rafia (in particolare quella sintetica) resiste alle muffe e ai parassiti, per questo viene impiegata anche per la produzione di tappeti e stuoie destinate all'arredo di ambienti esterni.

Quanti tipi di rafia esistono?

Esistono vari tipi di rafia ma i più conosciuti e di uso comune sono tre: naturale, di carta e sintetica.

La rafia naturale, come detto in precedenza, deriva dalle foglie della palma di rafia, originaria dell'Africa e del Madagascar. Ha un aspetto rustico e irregolare ed è biodegradabile e compostabile. Viene raccolta tagliando le foglie verdi delle singole fronde di palma, le quali vengono poi essiccate e private del loro nucleo interno. Da questo processo si ottengono lunghe e sottili stringhe marroni di fibra di rafia. 

Questa tipologia di rafia viene utilizzata soprattutto nel settore della moda e dell'artigianato e per lavori a maglia e uncinetto.

La rafia di carta, invece, pur avendo un aspetto simile alla rafia naturale, è realizzata in carta riciclata o ecologica di alta qualità ed è un'alternativa sostenibile alla rafia naturale. L'impatto ambientale è infatti ridotto grazie all'utilizzo di materiali riciclati.  Pur essendo fatta di carta, questa tipologia di rafia è molto resistente e può essere utilizzata per legare e impacchettare. Inoltre, è disponibile in un'ampia varietà di colori, in quanto la sua polpa può essere sbiancata e tinta usando pigmenti sicuri e non tossici.

In commercio troviamo anche la rafia sintetica, un materiale prodotto industrialmente, di solito realizzato in polipropilene o nylon. Ha un aspetto più uniforme, liscio e lucido di quello della rafia naturale ed è più facile da lavorare.

Rispetto alla rafia naturale e a quella di carta, la rafia sintetica è anche più durevole e resistente agli agenti atmosferici, ma è meno ecologica in quanto non è biodegradabile e difficilmente riciclabile.

La rafia sintetica è utilizzata soprattutto per lavori di giardinaggio (ad esempio per legare le piante), per il confezionamento e l'imballaggio e per la realizzazione di oggetti decorativi. Tuttavia, il suo utilizzo è diventato più comune e sta sostituendo la rafia naturale anche nei settori della moda e dell'industria tessile.

Infine, si sta diffondendo anche l'uso della rafia di viscosa, da non confondere con la rafia naturale in quanto deriva dalla cellulosa vegetale. Per la fabbricazione della viscosa viene utilizzata una grande quantità di sostanze chimiche. Pertanto, si tratta di un materiale  semisintetico che nulla ha a che vedere con la rafia naturale.

La scelta tra questi tipi di rafia dipende ovviamente dall'uso che se ne vuole fare e dalle preferenze individuali. 

Utilizzo della rafia nel corso del tempo 

Come anticipato, la rafia è un materiale impiegato in diversi settori per vari scopi. Il suo utilizzo si è intensificato nel corso del tempo, ma affonda le radici in un tempo lontano. Già migliaia di anni fa, infatti, l'uomo si serviva di questa fibra per produrre oggetti intrecciati. A testimoniare l'antichitá di questo materiale, anche le tracce di rafia rinvenute in tombe egizie risalenti a più di 5000 anni fa.

Nel corso dei secoli l'utilizzo della rafia si è diffuso in tutto il mondo, ma esso è profondamente radicato nelle tradizioni artigianali dell'Africa e del Madagascar, dove questa fibra viene usata per la creazione di oggetti funzionali e decorativi come cestini, borse, stuoie e addirittura case. In passato, in Africa, la rafia veniva utilizzata per creare cestini e altri oggetti utili per il trasporto di merci, mentre in Asia è stata utilizzata per la produzione di stuoie e tappeti. 

Durante il Medioevo, questa fibra era considerata un materiale molto prezioso e veniva utilizzata per produrre oggetti di lusso come copricapi e borse. 

La rafia ha poi conosciuto una vera e propria rinascita a partire dagli anni '50 del Novecento, quando - in risposta alla crisi della lavorazione della paglia - è divenuta popolare perchè ha cominciato ad essere utilizzata per la creazione di cappelli e accessori di moda.

Grazie alle sue proprietà - resistenza e durevolezza in particolare - e alla sua versatilità, la rafia continua ad essere utilizzata ancora oggi, non solo per la produzione di oggetti destinati all'uso quotidiano, ma anche per la produzione di tessuti e di accessori di moda come borse, sandali e cinture. Inoltre, trova impiego nell'industria dei cordami, nel settore dell'artigianato e dell'arredamento e persino nel giardinaggio.

Come lavorarla 

Principalmente la rafia viene lavorata da artigiani e creativi che la intrecciano abilmente a mano o con un uncinetto per creare oggetti come cestini, tappeti, cappelli e borse.

Lavorare la rafia richiede una certa manualità, oltre a una buona conoscenza delle tecniche di intreccio, tra cui ricordiamo il "twining" che prevede l'intreccio di due fili di rafia tra di loro.

Altra tecnica di intreccio è il "coil weaving", utilizzata principalmente per realizzare tappeti e piatti. Essa consiste nell'avvolgere un filo di rafia su se stesso per creare oggetti a spirale. 

La più comune tecnica di intreccio, oltre a quello a mano, è l'uncinetto.

La rafia, infatti, è uno dei filati più utilizzati, specie d'estate, dalle appassionate e dagli appassionati di uncinetto e maglia, principalmente per realizzare borse e capelli alla moda, da indossare in abbinamento agli outfit estivi per completare il look con un tocco glamour e originale.

Vi lascio qualche idea, reperita su Pinterest e YouTube, da cui prendere spunto per le vostre creazioni in rafia all'uncinetto 🙃












https://youtu.be/BXLSkeKzCVI?si=U2_OTSl5kXNQz4gE

https://youtu.be/5NXufwSFipE?si=wVUDn01rym0ZHTGE

https://youtu.be/uZvFIY0cvhs?si=VIpRvf9AOoFCEhGZ

https://www.youtube.com/watch?v=gc9I0e75zwM

https://www.youtube.com/watch?v=kkngWW3g7mY

https://www.youtube.com/watch?v=buWRLGhAyTQ

https://www.youtube.com/watch?v=b9LnJ-M2iD0

https://www.youtube.com/watch?v=W3b7ixKWsdo

https://www.youtube.com/watch?v=WTAW-L2q7j0

https://www.youtube.com/watch?v=Uoo1G_SL6Cc

Al prossimo post! 🤗

Antonella

martedì 21 gennaio 2020

Come realizzare un cappello all'uncinetto per bambine


Il lavoro all'uncinetto permette di realizzare innumerevoli cose, soprattutto per bambini. Tra queste, tanti graziosi cappellini. In questo post vi propongo proprio la lavorazione di un cappello adatto ad una bambina di 6-8 anni (vedi foto).

Per quanto riguarda il materiale, io ho utilizzato una lana di medio spessore e un uncinetto numero 4. 
Cominciamo con la spiegazione!
La lavorazione è davvero molto semplice, il cappello infatti è lavorato tutto a maglia bassa. 

Si parte dal diametro: avviare il lavoro facendo un anello magico; lavorare sei punti bassi all'interno dell'anello; chiudere il giro con una maglia bassissima all'interno della prima maglia bassa lavorata.


Procedere lavorando due maglie basse in ogni giro sottostante, per un totale di 12 maglie basse.


Da questo punto in poi, per evitare che siano visibili imperfezioni nella lavorazione, è consigliabile non chiudere piú i giri a punto bassissimo, ma procedere lavorando in tondo. Pertanto è utile ricorrere ad un segnapunti per segnare i giri.

Iniziamo con gli aumenti
Primo giro di aumenti: lavorare una maglia bassa e un aumento, per un totale di 18 maglie basse.


Secondo giro: due maglie basse e un aumento, per un totale di 24 punti

Terzo giro: tre maglie basse, un aumento, per un totale di 30 punti



Procedere con gli aumenti fino al raggiungimento della grandezza desiderata. La misura del diametro dipenderà ovviamente anche dal filato e dall'uncinetto utilizzati. Questa parte della lavorazione è molto importante perchè determina la grandezza del cappello. Per non sbagliare, dunque, è opportuno, prima di proseguire, accertarsi che il diametro del nostro cappello sia della misura giusta. Basterà appoggiare la lavorazione sulla testa del destinatario/a del cappello e assicurarsi che questa vada a ricoprire perfettamente la parte alta della testa. In alternativa, è utile misurare il diametro con un metro da sarta. Inoltre, se, con l'ausilio di una calcolatrice, moltiplicate la misura del diametro per 3,14, otterrete la misura della circonferenza del cappello.
Nel mio caso, ho ottenuto un diametro di 16 cm che moltiplicato per 3,14 mi dà una circonferenza di circa 50 cm, perfetta per una bimba di sei anni.

Una volta verificato che la misura del diametro è quella giusta, si procede con la lavorazione della fascia del cappello. Bisogna lavorare un numero di giri (senza aumenti) sufficiente a ricoprire lo spazio che va dalla tempia all'orecchio.
A questo punto, il cappello potrebbe considerarsi anche già finito ed essere indossato come un semplice "zuccotto". In alternativa, trattandosi di un cappello per bimba, potete aggiungere delle simpatiche orecchie, degli occhietti, dei baffetti etc... per riprodurre la faccia di un animale, oppure, come ho fatto io, potete semplicemente lavorare un orlo e aggiungere un fiocchetto. Per l'orlo, nel mio caso, ho lavorato due giri: il primo è un giro di aumenti (lavorare due maglie basse in ogni punto sottostante), per il secondo giro, invece, si procederà lavorando una maglia bassa in ogni maglia sottostante. Il risultato sarà un orlo leggermente arricciato, davvero grazioso!
Per realizzare il fiocchetto basta seguire uno dei tanti tutorial disponibili su youtube.

https://www.youtube.com/watch?v=XE9GjJZNMec
















Spero che l'articolo vi sia utile!
Al prossimo post!

Antonella