Gioco col filo

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mercoledì 6 agosto 2025

Paglia e rafia: che differenza c'è?

Spesso, specie in caso di mancata conoscenza dei nomi e delle caratteristiche dei materiali e dei tessuti che compongono un capo di abbigliamento, un accessorio o un complemento di arredo, si fa fatica a distinguerli e si tende a fare confusione. È ciò che accade, ad esempio, con la paglia e la rafia. Sebbene siano entrambi materiali naturali utilizzati per creare oggetti intrecciati, non sono la stessa cosa; differiscono infatti per origine e caratteristiche.

Vediamo insieme nel dettaglio le differenze.

Paglia e rafia: le differenti origini 

Come abbiamo visto nel precedente articolo, la rafia è una fibra ricavata dalle foglie di una palma tropicale, la palma del genere Raphia, che cresce principalmente in Africa orientale e Madagascar e presenta un fusto grosso e alto; la sua altezza può raggiungere anche i 20 metri.

Al contrario, la paglia è un materiale vegetale più generico, in quanto può derivare dai fusti di diversi cereali come grano, riso, orzo, segale, avena o mais. Inoltre, è più economico della rafia, ma non garantisce lo stesso livello di qualità in termini di durata e consistenza.




Aspetto e consistenza

La rafia è una fibra più grossolana, resistente e flessibile rispetto alla paglia che invece è sottile e rigida. Oltretutto, mentre la rafia ha una consistenza robusta e leggermente lucida, la paglia è più opaca e fragile. Per di più, la consistenza della rafia al tatto è più morbida di quella della paglia.




Essendo più resistente, la rafia è anche più durevole nel tempo, se confrontata alla paglia. Quest'ultima, infatti, soprattutto se non è trattata in modo adeguato ed è sottoposta ad un uso frequente, è maggiormente soggetta a rotture e usura.
Infine, grazie alla sua flessibilità, la rafia permette, a chi la intreccia a mano, di creare disegni più elaborati; possibilità che la paglia non offre.

Come vengono utilizzate 

Come detto, sia la paglia che la rafia vengono utilizzate per dar vita ad oggetti intrecciati, principalmente borse, cappelli, accessori, cesteria, stuoie, vasi e sedie. Tuttavia, questo non è l'unico uso possibile.

La rafia è utilizzata anche nell'industria dei cordami e nel giardinaggio (soprattutto quella sintetica). Essa è infatti utile per realizzare gli innesti, ma anche per legare e sostenere alcune colture come i pomodori. Può essere inoltre usata come filo per imballaggi.
Infine, se mischiata ad altri materiali, può essere utilizzata per creare sedie da giardino, vasi, cornici e addirittura oggetti per animali, come il tiragraffi per gatti.

Per quanto riguarda la paglia, invece, oltre ad essere utilizzata per realizzare oggetti intrecciati, essa è molto  impiegata in bioedilizia grazie ad alcune sue caratteristiche quali l’autoportanza, la resistenza antisismica e l’elevata resistenza al fuoco.

Diversi tipi di paglia 

Come la rafia, anche la paglia è una fibra naturale e ne esistono diversi tipi. I più comuni sono tre: la paglia di grano, la paglia di carta e la paglia di giunco.

La prima tipologia si caratterizza per il suo spessore, la sua rigidità e il suo aspetto grossolano.
La paglia di carta, invece, è un materiale artificiale, generalmente risultato di una miscela di carta e cotone o carta e poliestere.
Infine, la paglia di giunco è una fibra naturale nota per la sua leggerezza e rigidità. È di colore verde e viene spesso utilizzata per realizzare cappelli da giardinaggio.

[fonte immagini: https://pixabay.com/]



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